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Assad – con i suoi amici


di gayms79
13.05.2012    |    20.465    |    4 8.6
"Ad una prima spinta non riusci ad entrare, ma non desisté, e così dopo qualche tentativo, riuscì nel suo intento..."
Assad – con i suoi amici

Quella sera era stata emozionante in compagnia di Assad. Avevo finalmente scoperto come mai quel moretto era sempre li al bar. Ed avevo anche scoperto cosa ci fosse sotto, nascosto dentro, come dire, “i suoi pensieri”. E lo condividevo appieno.

Una volta montati in auto, lui mi ringraziò per ciò che avevo fatto per lui, per la doccia, per la cena ma soprattutto per “l'aperitivo”! Mi indicò la strada verso il casale dove abitava, dato che sapevo solo sommariamente dove si trovasse, che condivideva con altri connazionali.
L'abitazione da lontano era immersa nella natura e dato che era notte inoltrata non si vedeva altro che la luce filtrare dalle finestre e voci e musica ad alto volume tipica delle loro terre. A giudicare dai toni delle voci, una volta giunti davanti alla porta dell'abitazione, gli inquilini avevano bevuto ed erano sopraeccitati dall'alcool.
Assad mi invitò ad entrare ed ad unirsi alla festa, ma declinai l'invito dato che si era fatta una certa ora e che l'indomani mi sarei dovuto svegliare presto per andare a lavoro, ma che un'altro giorno mi sarei unito a loro volentieri. Prima di lasciarci, mi schioccò un bacio con la lingua in bocca e come un ultimo ringraziamento. Ci scambiammo il numero di cellulare, e ripartii per casa mia.
L'indomani in pausa pranzo tornai al bar, ma Assad non c'era, e non lo trovai neanche all'aperitivo la sera. E così tutta la settimana a seguire. Così, preoccupato, il venerdì dopo la pausa pranzo, mi decisi che era giunto il momento per inviargli un messaggio, per sapere che fine avesse fatto. Mi rispose che era quasi ora di cena, e mi disse che aveva dovuto cambiare giro a causa di un problema che aveva avuto, senza specificare il perché, ma che stava bene, e mi invitò al casolare per il sabato sera, che ci sarebbe stata nuovamente una festa. Gli dissi che era perfetto, che non avevo impegni perché i miei amici avevano disdetto per l'appuntamento del fine settimana, e quindi sarei stato libero fino alla domenica.
Il venerdì sera passò lento, così come il sabato fino all'ora prestabilita con Assad. Arrivò il momento, e per prepararmi all'evento mi feci una doccia accurata.
Arrivai con un po' di anticipo nel casale. Tutto era silenzioso. Bussai alla porta. Assad mi venne ad aprire, si scusò perché c'era stato un contrattempo, e i suoi amici erano ancora tutti fuori casa, e che erano al supermercato. Così per ammazzare il tempo mi disse se mi andasse di andare in camera sua. L'odore in quella casa era il tipico odore di casa di persone di colore, ma a me piaceva, mi eccitava da morire. E il padrone di casa se ne accorse. Giunti in camera non mi dette neanche il tempo di fiatare che mi infilò la lingua in bocca e cominciò un ardente e appassionato bacio. Mi poggiò la mano sulle chiappe effettuando un massaggio eccitantissimo che mi fece muovere il fondoschiena in modo provocante quasi inconsapevolmente. Piano piano la mano scivolò dentro l'elastico dei miei boxer aderenti. E il dito medio arrivò dritto dritto al mio sfintere esercitando un movimento rotatorio per tentare ad entrare, incontrando una resistenza quasi nulla. Con mio disappunto il lavoro si interruppe subito. Assad mi disse avevo bisogno di un trattamento di riguardo per quella sera e che ci doveva pensare subito. Così, con poca delicatezza, mi strattonò nel bagno, velocemente. Mi fece spogliare completamente e infilare in vasca. Prese la sistola della doccia e senza troppi complimenti me lo mise nel culo e aprì l'acqua provocando un misto tra dolore e piacere, effettuando un clistere molto accurato. Estraendo la canna della doccia, un carico di acqua mista a feci si riversò nella vasca. Il mio amico controllò lo stato delle mie interiora con un dito, e non soddisfatto ripeté l'operazione per altre volte fin tanto che non uscì solo acqua limpida. Mentre stavo uscendo dalla vasca, sentimmo le voci dei coinquilini di Assad. Ero nudo completamente e non feci in tempo neanche ad indossare un asciugamano che Omar, entrò improvvisamente e vide me così com'ero e Assad a torso nudo. Richiamò l'attenzione dei suoi compari e ad alta voce disse “guardate questi due finocchi che stanno facendo? Stasera ci divertiamo di sicuro! Che la festa abbia inizio!”
Io credevo e speravo di essere l'oggetto del divertimento di quei maschi di cioccolato, ma a quel che vidi anche Assad spesso era oggetto di intrattenimento dei suoi compagni. Oltre ad Omar, che non aveva più di 35 anni, c'erano tutti ragazzi, dai 25 ai 30 anni, nessuno era palestrato, ma tutti avevano una corporatura asciutta e gradevole.
Vedendomi, tutti si eccitarono molto, non gli capitava spesso di avere per le mani un ragazzotto bianco quasi latteo, così efebico, femminile, disponibile ad essere scopato in ogni orifizio disponibile, con un culetto sodo che non aspettava altro che metri e metri di pisello nero. Dai loro pantaloni trapelavano membri considerevolmente grossi. Forse molto più grandi di quello che aveva Assad. Non ci volle molto a vederli liberi dalla stoffa. Questo mi fece perdere qualsiasi inibizione, drogato da tutti quegli odori che saturavano il bagno, mi precipitai sulla quella verga che avevo più vicina, a bocca aperta, ingoiandola per quanto potevo e iniziando a succhiarla voracemente, facendola arrivare velocemente a completa erezione, che quasi mi soffocò. Il resto del gruppo, senza pensarci troppo si divise equamente tra me e Assad, riempiendo ogni orifizio disponibile. Grazie all'intervento di pulizia accurata del mio amico il mio ano era ancora leggermente dilatato e sentii solamente un dolore sopportabile quando Omar mi penetrò il culo senza troppi complimenti, dolore che dopo pochi istanti si trasformò in piacere. Quel tubo nero credevo potesse slabbrarmi da quanto era grosso, ma non mi lamentai più di tanto e lasciai che il mio nerone mi stantuffasse per quanto ne avesse voglia, mentre il cazzone che avevo in bocca mi scopasse anche la gola. Mi ritrovai anche due cazzi per le mani che inizia sagacemente a segare. Non mi ero mai ritrovato in una tale situazione, mentre credo che Assad fosse abituato a ricevere tutti quei cazzi contemporaneamente poiché riusciva a destreggiarsi piuttosto bene in quella circostanza. Addirittura ad un certo punto, Assad si coricò sopra ad uno dei suoi conterranei, si impalò su di esso, e poco dopo un secondo si posizionò dietro e puntando la sua cappella sull'ano già pieno spinse dentro facendo espandere oltre ogni limite lo sfintere del ragazzo. Vedere lui fare quella cosa mi eccitò e anche io volli provare. Così mi coricai sopra Omar, che già mi riempiva. All'improvviso mi ritrovai un senegalese che mi puntellava il suo glande alla mia rosellina già sbocciata. Ad una prima spinta non riusci ad entrare, ma non desisté, e così dopo qualche tentativo, riuscì nel suo intento. Il dolore era insopportabile e provai e dimenarmi, ma i miei carnefici non lasciarono che io sfuggissi dalle loro grinfie. Un rivolo del mio sangue bagnò i loro possenti cazzi, ma neanche questo li fermò, e continuarono la loro martellante scopata. Sentivo scorrere singolarmente i due cazzi dentro di me e la cosa mi dava sensazioni strane e piacevoli al solito momento. Non potevo neanche gridare poiché un manzo mi riempiva la bocca. Non tutti gli inquilini avevano goduto equamente di me e di Assad e quindi si scambiarono più volte di posizione.
Il cazzo che avevo in bocca mi arrivava ogni volta nella profondità della gola provocandomi una abbondante salivazione che lubrificava la verga che dopo poco mi avrebbe trafitto. Il dolore che mi aveva provocato la doppia penetrazione oramai era diventato solamente un ricordo lontano e aveva lasciato posto solamente al più sublime dei piaceri.
Dopo diversi giri di scopata presero me e Assad e misero al centro di un cerchio che formarono loro intorno a noi e ci scaricarono fiumi di sborra nelle nostre bocche vogliose. Tanta ne bevvi quella sera che quasi mi passò la fame. La festa era appena iniziata e nessuno aveva ancora voglia di terminare li la serata.

Ero spossato distrutto, e così mi addormentai. Mi risveglia e provai a strusciarmi gli occhi, ma c'era qualcosa che mi impediva qualsiasi movimento. Era buio e non capivo cosa mi trattenesse dal muovermi. Ero in trappola, da solo, al buio, in una casa fuori dal mondo, in compagnia di 11 senegalesi e soprattutto completamente nudo e sfatto nel culo. Non sapevo neanche quanto avessi dormito e quindi non mi rendevo conto di che ora fosse.
Passarono attimi, minuti, forse anche di più ma finalmente qualcuno arrivò, forse attirato dalle mie grida che nel frattempo avevo lanciato. Era Assad. Iniziai subito ad inveirgli contro, come poteva aver lasciato che mi facessero tutto questo? Era uno stronzo, un vigliacco. Non mi fece terminare di parlare che mi mise in bocca qualcosa, un morso metallico che mi teneva la bocca spalancata e non mi permetteva neanche di deglutire la saliva.
A questo punto capii come ero messo,supino, legato ad un giogo come una vacca, le gambe tenute completamente divaricate da una barra con due cavigliere alle estremità. E i ginocchi erano legati in modo tale da farmi rimanere con il culo bene in vista. Inoltre i miei testicoli era intrappolati all'interno di una specie di sospensorio di acciaio che lasciava uscire solo l'asta. Ad un certo punto Assad chiamo i suoi amici che si disposero tutti intorno a me in modo che vedessero bene il mio culo spanato. Omar, che avevo capito essere il maschio alfa del gruppo, aveva in mano un barattolo di lubrificante. Iniziò a cospargermene una buona quantità sull'ano ed ebbi un sussulto. Sentii delle fragorose risate e qualcuno mi appellò con un “senti la troia come gode già, non gli è bastato il servizio di prima!”
Il fresco della crema si contrappose al calore delle mie voglie ma a stimolarmi ancora un po ci pensò Omar iniziando a penetrarmi prima con un dito, poi con due, tre, per poi arrivare lentamente e gradualmente a infilarci quattro dita, esercitando una pressione costante, una rotazione continua ed un movimento da dentro a fuori. Mi sentivo spaccare ma messo com'ero non potevo fare niente, e soprattuto il disagio e il dolore vennero sostituiti presto da appagamento ed estasi. Al contempo la salivazione aumentava e la posizione faceva si che il fluido scendesse dalla bocca sul resto del viso colando lentamente sugli occhi poiché la testa era reclinata all'indietro. Tutti gli spettatori godevano dell'esibizione che gli offrivo ed iniziarono ad eccitarsi. Lo capii da come ansimavano quei porci. Omar era riuscito nel frattempo a dilatarmi completamente facendosi strada all'interno dei miei intestini inserendo tutta la mano e parte dell'avambraccio toccando con le dita la mie profondità provocandomi una eccitazione incontrollata.
I cazzoni oramai dritti e turgidi si avvicinavano alla mia bocca, e uno dopo l'altro si fecero strada nella mia povera bocca spalancata provocando sempre dei conati di vomito.
Omar, dopo che si fu divertito a slabbrarmi il deretano per diversi minuti, estrasse di botto la mano da dentro lasciando un vuoto significativo dentro di me ed un culo completamente dilatato che formava un anello perfetto attraverso si poteva vedere le mie interiora. Non soddisfatto il maschio prese una bottiglia di spumante fredda e me la ficcò dentro. O almeno è quello che tentò di fare. Al contatto con il vetro gelato il muscolo, se pur lacerato, ebbe uno spasmo e si richiuse un po'. Così Omar spinse forte provocando un po di lacerazione, ma alla fine la bottiglia entrò per diversi centimetri e rimase li, come se fosse posizionata in un portabottiglie. Intanto Assad si avvicinò al mi pene e iniziò a succhiarmi, provocandomi una erezione.
Il movimento del mio culo, provocato dall'eccitazione che provavo fu tale che fece saltare il tappo dello spumante. Così i senegalesi iniziarono a bere il vino frizzante che sembrava uscire direttamente dal mio culo.
Le bollicine finirono e la bottiglia fu estratta e sentii nuovamente il vuoto. Ma questa volta niente e nessuno pensò a riempirlo nuovamente. Tutti si dedicarono alla mia bocca scopandola di brutto e in profondità.
Lentamente il mio ano si richiuse. Quando lo fu completamente, venni finalmente slegato da tutto, dal giogo, dalla barra, dal perizoma ma soprattuto dal morso metallico. Le mie mascelle erano allo stremo delle forze, così come ogni altro organo del mio corpo. Ero stato usato ed abusato per molto tempo. Oramai ero sopraffatto dalla stanchezza e non potevo reagire. Il mio culo prendeva fuoco, la mia bocca era stanca, i miei arti erano distrutti. Ma nonostante tutto i miei aguzzini ancora non erano ne' stanchi ne' soddisfatti.
Cosi incentrarono tutte le loro energie residue sulla loro vittima abituale, Assad. Lo presero di peso e lo misero al centro delle loro attenzioni. Continuarono con lui quello che avevano iniziato con me. Ripresero a fottere la sua bocca ma alcuni si incentrarono sul suo culetto che non era spanato come il mio e dal quale potevo trarre maggior godimento. Il fatto è che erano 10 contro 1 e presto qualcuno tornò alla ribalta sul mio culetto dolorante. Nonostante io provassi a dissuaderli ebbero il sopravvento e iniziarono a scoparmi nuovamente come la prima volta, su nel bagno. Il supplizio per me e per Assad durò ancora diversi minuti e solo quando i senegalesi furono soddisfatti scaricarono i loro abbondanti getti di sborra dentro di noi, nelle nostre bocche.
Ci lasciarono li, a terra, distrutti e sconvolti.
Assad, aveva ancora delle energie. Era insaziabile il ragazzo. Prese il mio cazzo in bocca e soddisfò il mio piacere facendomi un pompino che, visto come era andata la serata, non aveva rivali.
Soddisfatti e stremati, ci addormentammo, li, come eravamo, nudi. Passarono alcune ore durante le quali ci riposammo e ci riprendemmo quasi a pieno. La mattina finalmente giunse. Insieme ai bagliori del giorno arrivarono anche i senegalesi, i quali anche loro si erano appena svegliati e ci dettero il buongiorno scaricando tutta la loro urina addosso a noi, obbligandoci a berla. Il sapore acidulo e l'odore acre nonostante tutto mi fece eccitare tantissimo. E così resi il favore ad Assad per la sera precedente.

Finalmente il supplizio era finito veramente. Dopo un doccia con acqua e sapone mi rivestii e tornai a casa.
Come toccai il letto mi addormentai. Al risveglio trovai un sms di Assad, nel quale c'era scritto “noi diamo una festa ogni quindici giorni, quindi se ti va ci rivediamo tra 2 settimane. Baci. Assad”

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